Testo integrale della lettera inviata dall'Ass. ai Servizi sociali Anna Paola Aisoni a La Nuova Sardegna.
Il mio intervento non intende polemizzare con la signora Giulia, di cui sia io come amministratore che, ancor di più, il Servizio sociale del Comune conosciamo bene e da tempo le oggettive difficoltà. Ritengo però doverose alcune puntualizzazioni anche per rispetto del lavoro del personale dei Servizi sociali che si dedica quotidianamente a rispondere efficacemente alle numerose e varie criticità della nostra comunità.
Ritengo, inoltre, doveroso render conto alla cittadinanza dell’operato di un settore tanto strategico e sull’efficienza degli interventi sulla fascia più fragile della nostra comunità
Giulia e la sua famiglia sono seguiti costantemente fin dalla costituzione di questo nucleo familiare nel 2021, sono stati beneficiari di vari contributi alla locazione e, in questi 4 anni, sono state accettate tutte le richieste di contributo che con cadenza annuale hanno presentato al Comune, compresi contributi straordinari per il pagamento di bollette scadute.
Ho parlato personalmente, non più di due mesi fa, con Giulia ed il suo compagno che chiedevano di poter usufruire di un alloggio popolare, in virtù della loro condizione di imminente sfratto e precaria situazione lavorativa. Ho spiegato loro che gli alloggi popolari vengono assegnati in funzione di una graduatoria, nella quale essi non sono presenti. Purtroppo, come gran parte dei nostri Comuni, anche a Tempio abbiamo una fortissima carenza di abitazioni popolari e ci sono nuclei familiari con gravi e gravissime situazioni che, seppure inseriti nella graduatoria, attendono da anni l’assegnazione. Durante il nostro incontro sia Giulia che il compagno convennero con me che non sarebbe stato possibile né tantomeno corretto saltare una graduatoria comprendente famiglie con simili, e a volte anche più gravi, difficoltà.
Nella volontà comunque non far mancare loro il nostro aiuto, come già in precedenza avevamo fatto per tutti i diversi alloggi occupati da Giulia e la sua famiglia in questi anni, considerate le condizioni di insalubrità della casa e il minacciato sfratto, li ho invitati a cercare un’altra abitazione in affitto più confacente alle loro esigenze, rassicurandoli che il Servizio avrebbe certamente continuato ad aiutarli e sostenerli.
Anche l’assistente sociale che li segue, ha provveduto ad effettuare una ricerca su eventuali appartamenti privati, ma ad oggi, purtroppo senza successo.
Alla luce di quanto realmente accaduto e della reale situazione, desidero rassicurare Giulia e tutti i cittadini che temono l’abbandono di questa famiglia: non sono abbandonati e non lo sono mai stati, ma anche la richiesta – ben più che legittima – di un alloggio popolare deve seguite il corretto iter e non può avvenire a danno di chi, da anni in graduatoria, patisce le stesse difficoltà.
Spiace a tal proposito apprendere che a contribuire ad eventuali fraintendimenti sul caso di Giulia siano state le pubbliche accuse di una consigliera di minoranza, nonché ex assessore ai Servizi sociali che, in quanto tale, ben dovrebbe conoscere come funzionano le procedure di assegnazione degli alloggi popolari.
Una attenta verifica presso gli uffici competenti sulla reale situazione e una eventualmente motivata critica e condanna – come consente e richiede il proprio ruolo istituzionale di controllo – sarebbe bastato per chiarire la vicenda.
Ancora una volta, invece, abdicando al proprio ruolo, la consigliera ha preferito strumentalizzare le situazioni, pubblicando sui social accuse prive, come è possibile dimostrare documentalmente, di ogni fondamento nella spasmodica fretta di accusare l’operato dell’Amministrazione. Sarebbe bastato semplicemente informarsi per poter capire e appurare che non c’è stata alcuna mancanza da parte del Servizio sociale, ma la contrario, attenzione e senso di responsabilità.
L'Ass. ai Servizi sociali
Anna Paola Aisoni